Lumen Racconti: GLI OPEN DI PIAZZA MAGGIORE

“Dove prima si faceva politica, ora si fa solo par.”

di Hansy Lumen

Quando il Comune annunciò che Piazza Maggiore sarebbe diventata il primo campo da golf urbano d’Italia, la città rimase divisa: alcuni gridarono al progresso, altri al delirio. “Finalmente Bologna entra nel circuito internazionale dello sport elegante”, dichiarò il sindaco. I sampietrini furono sostituiti con un tappeto d’erba sintetica “climatizzata”, irrigata da un sofisticato sistema di nebulizzatori che intasavano le vie laterali. Piazza Nettuno fu riconvertita in laghetto artificiale: la statua del dio, finalmente a suo agio, diventò l’ostacolo acquatico ufficiale della buca 3. Il calendario prevedeva subito il Piazza Maggiore Open, torneo internazionale sponsorizzato da una nota banca svizzera e da un’azienda locale di mortadella “light”. Turisti con polo pastello e cappellino con visiera si accalcavano tra le logge, chiedendo ai passanti “scusi, dov’è la club house?”. Gli abitanti invece non sapevano più dove sedersi a mangiare un gelato: ogni volta che appoggiavano il cono arrivava un caddie a gridare “FORE!” e a inseguire una pallina finita nei loro piedi. La Curia protestò: “Con tutte queste palline che rimbalzano sui muri, i santi rischiano di perdere il naso”. Ma qualcuno rispose che la spiritualità moderna andava cercata nella concentrazione zen di un putt perfetto. Gli attivisti ambientalisti ironizzarono: “Un campo da golf ecologico in pieno centro! Hansy ironizzò: tappeti sintetici, laghetti clorati e aria condizionata, così si combattono le isole di calore!” Il Comune replicò con orgoglio: “È rigenerazione urbana. Bologna non sarà più la città dei cantieri, ma la capitale del green urbano!”. La situazione degenerò quando i cittadini provarono a rivendicare spazi pubblici: la vecchietta col carrello della spesa fu ammonita dall’arbitro per “ostruzione al fairway”, un bambino che correva fu multato per “gioco lento”. Persino i piccioni, da secoli padroni della piazza, vennero arruolati come ostacoli mobili, con tanto di numerazione sulle ali. Alla fine, dopo una settimana di torneo, la città si rese conto di cosa significasse avere Piazza Maggiore.. E così nacque lo slogan non ufficiale della nuova Bologna:

“Dove prima si faceva politica, ora si fa solo par.”