DEBUNKING DELL’INTERVISTA A LAUDANI (Piano Urbanistico / Rigenerazione / Affitti / B&B / Palazzoni)

di Hansy Lumen

https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/politica/rigenerazione-urbana-e-caro-affitti-laudani-il-territorio-va-governato-dalle-ex-caserme-ai-palazzoni-x6mb2kvcL’articolo.

1) “La rigenerazione urbana è una necessità… aumentare lo stock abitativo Ers” → Narrazione ≠ realtà

Problema: a Bologna la quota di ERS (edilizia sociale calmierata) realizzata negli ultimi 10 anni è irrilevante rispetto al fabbisogno, e gran parte della cosiddetta rigenerazione urbana è trainata da investitori privati che puntano al mercato alto, non all’affitto calmierato.

  • La “rigenerazione” con i privati non ha mai prodotto un aumento significativo di alloggi accessibili.
  • Nessun dato nell’intervista indica numeri, percentuali, tempi, risultati passati.
  • Slogan: “rigenerazione = case per tutti”.
    Fatti: rigenerazione = aumento di valore fondiario, marginale quota sociale, prezzo medio dell’affitto che continua a salire.

Laudani parla di Ers come obiettivo, ma non indica un solo progetto effettivo, completato, finanziato, con cronoprogramma.

2) “Gli affitti aumentano di 350 euro in 5 anni… dobbiamo pianificare” → Non spiega il nesso

L’aumento degli affitti è dovuto a:

  • crescita degli investimenti nell’immobiliare con funzioni speculative,
  • incremento degli affitti brevi e dei corporate housing,
  • politiche urbanistiche a favore della densificazione residenziale privata senza vincoli sociali,
  • domanda studentesca lasciata al mercato.

Laudani non indica misure strutturali:

  • nessun limite agli affitti privati,
  • nessuna forma di rent control,
  • nessuna misura sugli alloggi sfitti (si parla solo di “rimetterli sul mercato”: come? In che modo obbligatorio?).

Tutto si riduce a: “serve la pianificazione”.
Ma la pianificazione l’ha in mano l’amministrazione da anni, e i prezzi continuano a salire.

3) “Stretta sui B&B… ma non sono la causa principale” → Contraddizione evidente

Laudani dice:

  • “la causa non è solo quella”
  • “però in centro ce ne sono troppi”

Di fatto:

  • La crescita degli affitti brevi è una causa primaria della riduzione dell’offerta abitativa per residenti.
  • Il Comune non ha mai applicato una politica realmente restrittiva.
  • La “stretta” promessa è una misura debolissima e rimandata a una legge regionale futura.

Debunking:
Si afferma di voler intervenire, ma si delega a una futura norma regionale non ancora operativa.
Nel frattempo, nessuna moratoria, nessun limite alle nuove aperture.

4) “La variante urbanistica mette limiti ai palazzoni” → Mezza verità

L’assessore sostiene che:

  • nelle aree omogenee ci saranno limiti di altezza;
  • nelle altre un indice di densità 2,2 permetterà comunque verticale consistente.

Cosa omette:

  • Il limite non impedisce costruzioni alte in buona parte dei comparti misti.
  • Le “aree non omogenee” sono vaste e spesso quelle più appetibili per gli investitori.
  • La variante non interviene sul modello dei maxi-comparti privati (vedi Mura San Carlo, Navile, Prati, ex caserme).

Debunking:
Il limite alle altezze è un dispositivo parziale e negoziabile.
Non è un freno reale al modello dei “palazzoni”: è semplicemente un riordino tecnico per evitare i casi più eclatanti che generano opposizione sociale.

5) “Il paragone con Milano è fuori luogo” → Falso per quanto riguarda i meccanismi

Laudani dice: “contesti diversi”.

È vero solo per dimensione.

Ma i meccanismi di fondo sono identici:

  • svendita o valorizzazione immobiliare degli spazi pubblici,
  • partnership pubblico–privato sbilanciate,
  • gentrificazione accelerata,
  • prezzi in crescita continua nonostante nuova edilizia,
  • centralità del ruolo degli investitori istituzionali (CDP, Invimit, fondi immobiliari).

Debunking:
Negare il parallelismo con Milano serve a evitare il confronto con il modello lombardo di gentrificazione avanzata.
Il percorso di Bologna è la copia esatta, solo più piccola e sfalsata di 5–7 anni.

6) Le caserme e gli immobili dismessi: pura retorica, zero trasparenza

L’assessore elenca: Sani, Mazzoni, Masini, Boldrini, Bastardini, Villa Turri, Stamoto, Perotti…

Ma aggiunge solo:

  • “Cdp dovrebbe presentarci un piano”
  • “stiamo dialogando positivamente”
  • “dovrebbe sbloccarsi”
  • “abbiamo pubblicato un bando”
  • “atti temporanei”

Nessuna informazione su:

  • quante case realmente sociali,
  • quante destinazioni commerciali,
  • quante destinazioni culturali temporanee che poi spariranno,
  • quali vincoli imposti ai privati,
  • quali rischi di speculazione.

Debunking:
La lista di luoghi serve a creare impressione di attività, ma non esiste un solo dato concreto su costi, volumi, percentuali di housing sociale, calendarizzazione.
È una inflazione narrativa di progetti in attesa, non una politica.

7) Usi temporanei → strumento di marketing urbanistico

Laudani celebra Ravone, Masini, Boldrini…

Gli usi temporanei:

  • sono funzionali all’aumento del valore immobiliare prima della dismissione definitiva;
  • servono come “operazioni di immaginario” per presentare la trasformazione come creativa, sociale, partecipata;
  • spesso diventano alibi per ritardare decisioni o evitare vere politiche di gestione pubblica.

Debunking:
Gli usi temporanei non risolvono nulla sul fronte della casa né sulla gestione degli spazi pubblici.
Sono dispositivi di narrazione, non di welfare urbano.

8) “Proposte in linea con le aspettative della città” → Quali? Chi le ha definite?

Su Prati di Caprara, Invimit “dialoga positivamente” e porterà una proposta “in linea con le aspettative della città”.

Quali aspettative?

  • il Comune non ha mai fatto un referendum,
  • non ha mai recepito le linee dei comitati,
  • ha già cancellato l’ipotesi di grande parco spontaneo,
  • la “città” che decide in realtà è la triade: Comune – CDP – Invimit.

Debunking:
Qui si usa la retorica della “città” per coprire decisioni prese da soggetti finanziari nazionali già orientati alla valorizzazione immobiliare.

SINTESI DEL DEBUNKING

L’intervista è costruita per comunicare quattro messaggi rassicuranti:

  1. Stiamo facendo tutto il possibile
  2. Abbiamo la situazione sotto controllo
  3. Le misure arriveranno presto
  4. Il modello non è quello di Milano

Ma i dati e i processi reali mostrano:

  • nessuna strategia forte sull’housing accessibile;
  • inefficacia totale nel contenere gli affitti;
  • continuità del modello di valorizzazione immobiliare;
  • collaborazione prioritaria con attori privati;
  • retorica degli usi temporanei per mascherare la mancanza di soluzioni strutturali;
  • opacità sulle scelte riguardanti le caserme e i grandi comparti;
  • fase avanzata di gentrificazione, differita ma simile a Milano.