Le culture

Requiem per il diritto all’abitare

I Gessi White indagano sulla crisi abitativa di Bologna, Roma e Milano.

Requiem per il diritto all’abitare

In un mondo di media infestati da amplificatori di pensiero unico, editoriali-propaganda, notizie-product placement, censura, ricatti e minacce, è ancora possibile un giornalismo d’inchiesta che apra il fronte non solo a un confronto ma anche alla condivisione diretta di informazioni altrimenti difficili da raggiungere?

È quello che prova a fare IRPImedia.eu, il magazine online non profit che dal 2012 si occupa di giornalismo in modo libero e disinteressato e dal 2020 pubblica inchieste transnazionali di pubblico interesse. IRPI, acronimo di Investigative Reporting Project Italy, è un collettivo il cui obiettivo è: “sviluppare e sostenere un giornalismo basato sui fatti e sulla loro profondità: non importa quanto tempo occorra e quanto possa costare” sulla base dello “Story-Based Inquiry: a Manual for Investigative Journalists” di Mark Lee Hunter (si trova sul sito in open source), un processo empirico quindi di approfondimento circolare di fatti, eventi, fenomeni, analizzati e indagati grazie a fonti di prima mano, sempre trasparenti e verificabili, testimonianze e racconti contestualizzati sulla base di circostanze storiche, culturali e sociopolitiche in grado di costruire una comprensione della realtà affidabile dal forte impatto emotivo, dove la parzialità quando non evitabile, rende la storia affidabile, il punto di vista diviene voce collettiva, quindi veritiera. Le storie si pubblicano, si diffondono, si difendono, si lavora per scardinare i meccanismi di silenziamento e le gerarchie della rappresentazione che permettono ad alcune voci di essere più udibili di altre.

“Città in affitto, un requiem per il diritto all’abitare” (Laterza, 2025) è la loro prima pubblicazione cartacea. Per firmarla hanno scelto il nome di Gessi White, reporter, filantropa, educatrice, inglese morta a Firenze nel 1906, documentarista del Risorgimento Italiano, sostenitrice del reportage come strumento per decifrare i meccanismi che governano il mondo e l’aderenza alla verità, come responsabilità per il cambiamento sociale.

Lorenzo Bagnoli per Milano, Alice Facchini per Bologna, Maurizio Franco per Roma hanno incontrato persone, hanno ascoltato di corpi che abitano alloggi precari ma si indentificano in quartieri, abbandonano città oramai estranee, sempre più uguali a enormi appartamenti da milioni di posti letto, luoghi pensati per consumatori e turisti facoltosi, ma non per chi le deve abitare.

Bologna, dove studenti e turisti si contendono i medesimi spazi abitativi sempre a favore dei secondi e comunque a scapito dei residenti, dove fioriscono studentati di lusso grazie a soldi pubblici ma asserviti a fondi privati, ma chi studia è costretto a dormire per strada o ricorrere alla Caritas; Roma, dove la dismissione del patrimonio immobiliare dei fondi previdenziali ha condannato allo sfratto gli stessi pensionati e dove interi quartieri popolari si trovano assediati da discariche di rifiuti, stritolati tra gentrificazione e finanziamenti illeciti; Milano, la Moneyland italiana, regno dell’ereditocrazia, oramai abitabile solo da chi una casa l’ha ereditata o dai moneylander, i più ricchi di tutti, chi potrebbe vivere ovunque ma sceglie Milano per i benefici fiscali assicurati.

Voci che intonano il progressivo processo di finanziarizzazione, rigenerazione, marketing urbano e territoriale, turistificazione, mercificazione, disuguaglianza, impoverimento, marginalizzazione, di politiche pubbliche colluse col privato, di sottomissione al privato, di abdicazione al privato, di relazione tra spazio e violenza, rigenerazione, culture giovanili e movimenti sociali mai sopiti, politiche di sicurezza e oppressione: una polifonia di voci, un dolente requiem per un diritto non più garantito, sempre meno tale, inequivocabile rumore di fondo di un’imminente e necessaria lotta di classe.