Le reti e il territorio

Il Comitato San Leonardo

la difesa del giardino segreto

di Antìgene

Nel cuore del quartiere San Leonardo, a Bologna, un gruppo di residenti, studenti e associazioni ha dato vita al Comitato Giardino San Leonardo. L’obiettivo è difendere il giardino omonimo – uno dei pochi spazi verdi della zona – e vigilare sul progetto di riqualificazione promosso dal Comune in collaborazione con la Johns Hopkins University e altri soggetti.

Il giardino, noto anche come Don Tullio Contiero, è da anni un punto di riferimento per la comunità: luogo di relax, studio e socialità. Quando è stato presentato un piano di trasformazione con nuovi arredi, percorsi e una caffetteria universitaria, molti hanno percepito il rischio di una “privatizzazione di fatto” di uno spazio pubblico, e la possibilità di perdere alberi e ombra preziosa. Da qui la nascita del comitato.

Le principali istanze

Il Comitato ha messo al centro alcune richieste:

  • Tutela del verde esistente: difendere alberi e cespugli già presenti, evitando abbattimenti non necessari e valorizzando la biodiversità.
  • Accesso libero e inclusivo: garantire che il giardino resti uno spazio pubblico aperto a tutti, senza aree o servizi riservati a utenti “privilegiati”.
  • Trasparenza e partecipazione: chiedere che progetti, finanziamenti e tempi siano discussi con i cittadini attraverso assemblee pubbliche e atti consultabili.
  • Risorse pubbliche per la manutenzione: sostenere che la cura del giardino debba essere garantita dal Comune, non subordinata a donazioni vincolate o a interessi di soggetti privati.

Mobilitazione e primi risultati

Per far sentire la propria voce, il Comitato ha organizzato assemblee, raccolte firme e presidi. Questa mobilitazione ha già prodotto effetti: l’amministrazione ha modificato parti del progetto, eliminando il dehors/caffetteria più invasivo e garantendo la salvaguardia degli alberi tutelati. Restano tuttavia nodi aperti su gestione futura e reale partecipazione.

Un laboratorio di cittadinanza attiva

Il Comitato non si limita alla protesta. Promuove incontri pubblici e momenti di confronto, convinto che solo la partecipazione diretta possa produrre soluzioni condivise e durature. Vuole che il giardino diventi un modello di gestione partecipata, non un “brand” o una vetrina.

Una questione di democrazia urbana

Il caso del Giardino San Leonardo mostra come la rigenerazione urbana non sia solo un fatto estetico o infrastrutturale, ma anche un tema di democrazia: chi decide, con quali risorse, per quali usi. Il Comitato continua a chiedere garanzie perché il giardino resti davvero pubblico, verde e accessibile a tutti, diventando un simbolo di cittadinanza attiva e del diritto alla città.