Il Comitato Cavazzoni
tra irregolarità, denunce e alberi abbattuti
La vicenda degli asili nido Cavazzoni e Barbacci a Bologna è un esempio di come i fondi del PNRR siano stati utilizzati in modo controverso, tra scelte urbanistiche discutibili, numeri gonfiati e denunce rimaste senza risposta.
Cavazzoni: un asilo costruito nel cuore del parco
Tutto comincia nel 2022, quando il Comune si affretta a intercettare un finanziamento PNRR in scadenza. I tecnici individuano come area per il nuovo nido il parco Acerbi, sacrificando un filare di grandi tigli accanto alla scuola Walt Disney. Una scelta giudicata assurda dai residenti, che per mesi si oppongono e presentano cinque soluzioni alternative. Nonostante ciò, l’amministrazione decide autonomamente per l’opzione peggiore, ignorando il confronto.
Le incongruenze emergono subito. La delibera comunale del marzo 2022 prevede un asilo di 1150 mq per 84 bambini, ma la scheda inviata al Ministero PNRR nell’ottobre dello stesso anno parla di 1730 mq e 116 posti: dati falsati, in contrasto con la normativa nazionale, ma utili a ottenere un finanziamento più alto. In pratica, il Comune ha fatto passare come superficie finanziabile anche il prato verde esterno, valutato a 2400 €/mq. Risultato: invece dei 2,7 milioni dovuti, Bologna ottiene 4,15 milioni, il finanziamento più alto in Italia insieme al nido Barbacci.
Nonostante le denunce alla Guardia di Finanza (2023 e 2024), all’Eppo europea, alla Corte dei Conti, al Ministero e a Bruxelles, nulla si è mosso. L’asilo Cavazzoni intanto viene costruito: alberi abbattuti nottetempo, spazi verdi ridotti, vecchio nido demolito. I bambini, contrariamente alle promesse del Comune, sono stati ricollocati altrove in attesa della fine lavori, con notevoli disagi.
Barbacci: un nido non finanziabile che riceve 4,58 milioni
La stessa logica si ritrova nel progetto del nido Barbacci. Doveva sostituire il nido Roselle, ma quest’ultimo non è stato demolito. Inoltre, secondo le regole PNRR, non avrebbe potuto ricevere fondi perché il Roselle aveva già beneficiato nel 2021 di un finanziamento europeo per l’efficienza energetica. Nonostante ciò, Bologna ottiene 4,58 milioni di euro.
Anche qui i numeri non tornano: edificio di 1150 mq ma finanziamento calcolato su 1730 mq, con l’aggiunta artificiosa delle aree verdi. Le regole DNSH non risultano rispettate. I lavori sono partiti solo a giugno 2025, con una durata prevista di 500 giorni: il collaudo non potrà avvenire prima del 2027, fuori tempo massimo rispetto alla scadenza PNRR di luglio 2026. Eppure il cantiere procede, ignorando vincoli e irregolarità.
Denunce ignorate, cittadini impotenti
Le numerose segnalazioni inviate a tutte le autorità competenti hanno prodotto solo silenzi o risposte evasive. L’impressione dei comitati è che esista una vera e propria connivenza istituzionale, per cui le irregolarità vengono tollerate e i cittadini restano senza voce.
Nel frattempo, Bologna si ritrova con due dei nidi più costosi d’Italia, finanziati con dati gonfiati e scelte urbanistiche che hanno impoverito il verde pubblico e penalizzato le famiglie. Un paradosso che interroga sul futuro della città, sulle reali priorità politiche e sul senso stesso di un PNRR che, anziché rafforzare i servizi, sembra alimentare opacità e diseguaglianze.
Ingegnere ed ex tecnico del comune, dal 2022 si occupa del quartiere Savena e dei problemi relativi sopratutto del tema degli asili nidi e quindi del nuovo asilo nido Cavazzoni.
Ha formato assieme a colleghi del quartiere un comitato di cui è responsabile, denominato Comitato Protesta Cavazzoni per contestare quello che aveva in mente il comune: di demolire l’attuale nido e costruire una nuova struttura. Portavoce Comitato Cavazzoni