Il Comitato L’aereoporto incompatibile
tra sfida per lo sviluppo e invivibilità quotidiana
Il Comitato “Bologna, l’aeroporto incompatibile” nasce dall’esigenza di dare voce a cittadini e cittadine che non vogliono subire passivamente l’ampliamento dell’aeroporto Marconi. Un progetto presentato come opportunità di crescita e modernizzazione, ma che in realtà comporta conseguenze pesantissime sul piano ambientale, sanitario e sociale.
L’aeroporto si trova a ridosso della città, a poche centinaia di metri da quartieri densamente abitati, scuole, parchi e spazi di vita quotidiana. Già oggi i residenti convivono con rumori continui, vibrazioni e una concentrazione di inquinanti ben superiore alla media. L’ampliamento significherebbe moltiplicare i decolli e gli atterraggi, con ricadute drammatiche per la salute: più rumore, più polveri sottili, più ossidi di azoto, più emissioni climalteranti in una città che detiene già record negativi per smog e superamento dei limiti di legge.
Dietro la retorica della “crescita infinita” si nasconde un modello insostenibile: incentivare nuovi voli, spesso low cost e di breve raggio, significa alimentare un traffico aereo superfluo e dannoso, in netta contraddizione con gli impegni di riduzione delle emissioni e con le stesse dichiarazioni politiche sulla “neutralità climatica”. È una scelta che va contro la logica della transizione ecologica e che ignora le raccomandazioni scientifiche internazionali, che da anni chiedono di ridurre drasticamente il trasporto aereo.
Il Comitato nasce per dire no a questo modello e per affermare un’altra visione della città. Bologna non ha bisogno di un hub aeroportuale più grande, ma di investimenti nel trasporto ferroviario, nella mobilità sostenibile, nel potenziamento del trasporto pubblico locale. Risorse oggi destinate a sostenere le compagnie aeree e i grandi operatori privati dovrebbero invece essere impiegate per migliorare la vita quotidiana delle persone: meno inquinamento, meno traffico, più servizi, più verde e spazi vivibili.
Il Comitato “Bologna, l’aeroporto incompatibile” è una realtà aperta e plurale: raccoglie cittadini, residenti delle aree più colpite, associazioni ambientaliste, comitati di quartiere, studenti, esperti e attivisti che condividono un obiettivo comune. Attraverso assemblee pubbliche, presidi, incontri informativi e campagne di comunicazione, il Comitato porta alla luce i dati, smonta la propaganda istituzionale e mette al centro le vere priorità: salute, ambiente e giustizia climatica.
La battaglia contro l’ampliamento non riguarda solo chi vive sotto le rotte aeree, ma tutta la città. Ogni volo in più significa un contributo ulteriore al cambiamento climatico, che colpisce con particolare durezza le fasce più fragili della popolazione: anziani, bambini, persone con patologie respiratorie, lavoratori e lavoratrici esposti quotidianamente agli effetti dell’inquinamento. È dunque una battaglia per la giustizia sociale, oltre che per la tutela ambientale.
Il Comitato ribadisce che un futuro diverso è possibile: meno investimenti in infrastrutture dannose, più risorse per la salute. La difesa del territorio non è un freno allo sviluppo, ma la condizione necessaria per immaginare una città vivibile, accogliente e solidale.
Per queste ragioni il Comitato “Bologna, l’aeroporto incompatibile” invita tutte e tutti a informarsi, partecipare, mobilitarsi. Perché dietro ogni aereo che decolla ci sono costi ambientali e sociali che ricadono su chi resta a terra. E perché il diritto a respirare aria pulita, vivere in quartieri sani e affrontare con serietà la crisi climatica non è negoziabile.
Il messaggio è chiaro: meno voli, più diritti, più respiro per Bologna.
Per contatti e informazioni: bo.aeroporto.incompatibile@gmail.com
Felice Tufo, co-portavoce del Comitato “Bologna, l’aeroporto incompatibile”
Non dimentichiamo poi gli inquinanti rilasciati durante le fasi di decollo e atterraggio (ossidi di azoto, PM10, PM2.5, UFP, composti organici volatili e idrocarburi incombusti) che sono i responsabili di varie malattie dell’apparato cardiocircolatorio e, soprattutto, respiratorio, da “semplici” asma e bronchiti croniche a tumori polmonari. Inquinanti che si sommano a quelli che vengono già prodotti a iosa da tangenziale e autostrada (che insistono per buona parte sulle stesse zone martoriate dai sorvoli).
Infine, non possiamo non pensare ai rischi che comporta vivere sotto i sorvoli. E’ vero, le statistiche dicono che l’aereo è il mezzo più sicuro, ma non vorremmo finire nelle statistiche come “caso sfortunato”.
Ma avremo tempo di parlarne a lungo di queste, e molte altre questioni…