La città

Casaralta tra ruspe e interrogativi: il Comune corre ma i rischi antimafia restano

di Antìgene

Le ruspe hanno iniziato a lavorare il 29 maggio: nove edifici abbandonati dal 2001 sono caduti uno dopo l’altro nell’area delle Officine Casaralta. A dare simbolicamente il via al cantiere c’era il sindaco Matteo Lepore, cappellino anti-infortunio in testa. Un intervento atteso da anni, costruito dal Comune di Bologna sulla consueta narrativa della rigenerazione urbana: oltre 50 mila metri quadrati tra via Stalingrado e via Ferrarese destinati a diventare parco, residenze, connessioni ciclopedonali. Il progetto si chiama già Casaralta District e prevede “residenze di nuova generazione”, un hotel, negozi, parcheggi e – come compensazione – un parco pubblico di oltre 20 mila metri quadrati, con la quota impermeabilizzata che dovrebbe scendere dall’attuale 100% al 30-35%.

L’assessore all’urbanistica Raffaele Laudani aveva spiegato che «il 60% circa della volumetria sarà destinato a una struttura ricettiva, il 30% circa sarà residenziale e il 5% commerciale». Della quota residenziale, un ulteriore 30% sarà destinato ad alloggi in affitto calmierato per vent’anni, secondo la normativa comunale.

Ma sulla rigenerazione sono calate sin da subito alcune ombre, legate alle vicende giudiziarie connesse a una delle due società proprietarie dell’area, la Taurus srl. Come ricostruito dal Giornale dell’Architettura, Taurus è il veicolo operativo di Co.Ge.Fa Partecipazioni, società attiva anche nel cantiere TAV in Valsusa. E proprio Co.Ge.Fa era stata colpita da una interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura di Torino nell’ottobre 2024.

A riportare dettagli rilevanti era stato anche il Corriere di Bologna, con un articolo di Fabio Amendolara (9 giugno 2025). Tutto viene ricondotto alla figura di – della famiglia proprietaria di Co.Ge.Fa – indagato per concorso esterno in associazione mafiosa nell’inchiesta “Echidna” della DDA di Torino. «I magistrati – scrive Amendolara – gli contestano rapporti diretti e indiretti con la ’ndrangheta di Brandizzo, in particolare con la famiglia Pasqua». La vicenda tocca anche la politica piemontese: finanziamenti elettorali, rapporti consolidati e una candidatura sostenuta dal Pd all’Orecol, l’organo regionale di controllo sugli appalti. «Un cortocircuito piemontese – conclude Amendolara – del quale a Bologna nessuno sembra essersi accorto».

Nel luglio scorso il Consiglio di Stato ha sospeso gli effetti dell’interdittiva, consentendo a Co.Ge.Fa di riprendere l’attività, ma rinviando ogni giudizio sul merito: la validità dell’interdittiva sarà valutata più avanti. Resta però un dato importante: la delibera che sancisce l’accordo tra Taurus e Comune di Bologna è stata approvata il 28 maggio 2025, quando Co.Ge.Fa – che controlla Taurus – era ancora ufficialmente sottoposta a interdittiva antimafia.

La domanda sorge spontanea e riguarda una questione politica: era opportuno procedere con l’accordo e con l’avvio delle demolizioni senza attendere un chiarimento definitivo sul quadro giudiziario di Co.Ge.Fa? E cosa accadrà se il Consiglio di Stato, nel merito, le confermerà l’interdittiva?

Al momento, da quanto risulta, il Comune non ha ancora rilasciato il permesso di costruire, cioè il provvedimento che – dopo le demolizioni – autorizzerebbe l’avvio delle nuove edificazioni.

Ma c’è un ultimo punto che chiama direttamente in causa Palazzo d’Accursio.
Davanti a operazioni immobiliare di questa portata, non sarebbe necessario prima di tutto garantire controlli minuziosi? Una semplice ricerca online, infatti, sarebbe bastata a capire quale fosse la situazione.

A quanto pare, quindi, non è sufficiente invocare più forze dell’ordine per garantire la sicurezza. Il processo Aemilia ci aveva già dimostrato, infatti, che servirebbero invece soprattutto più magistrati antimafia. In Emilia-Romagna, oggi, i sostituti procuratori distrettuali dedicati sono appena quattro. Una sproporzione evidente se confrontata con la mole di appalti, cantieri e capitali che attraversano la regione e, soprattutto, Bologna.

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